INTERVISTA A RITA LEVI MONTALCINI

INTERVISTA A RITA LEVI MONTALCINI

In questo anno scolastico, durante le lezioni o attraverso la partecipazione ai laboratori Stem, noi alunni abbiamo avuto l’opportunità di avvicinarci a personaggi che hanno fatto la storia o che hanno fatto delle scoperte grandiose. Abbiamo studiato le loro vite incredibili, scoperto quali sono state le loro invenzioni e come hanno contribuito a rendere migliore il mondo. Vi proponiamo l’intervista immaginaria condotta da LORENZO BALLARIN della 2F a Rita Levi Montalcini.

scritto da Francesco Arzillo e Alessandro Sforza

Un venerdì la Professoressa Benfatto ci ha fatto vedere un film sulla famosissima scienziata Rita Levi Montalcini che vinse il Premio Nobel a Stoccolma nel 1986; dopo la visione ci è stato chiesto di provare ad immaginare un’intervista con questa fantastica donna, incontro che naturalmente nella realtà era impossibile. Ecco come mi sono immaginato questa esperienza.

Intervistatore: Buongiorno Professoressa e grazie per questa opportunità. La sua è una storia incredibile e fin da subito mi sono chiesto cosa l’ha spinta a dedicarsi alla scienza in un’epoca in cui per le donne l’unica vocazione possibile sembrava essere quella di moglie o di madre.

Rita: Buongiorno a lei. La mia scelta non è stata semplice ed è stata una sfida sotto molti punti di vista. Le donne non venivano tenute in considerazione e per la società di allora eravamo destinate ad altro, non certo alla conoscenza. All’università su 300 iscritti, noi donne eravamo solo 7, ma io ero più determinata che mai! Ho deciso di diventare medico perché avevo visto una mia governante morire di cancro e volevo servire l’umanità attraverso la conoscenza.

I: Durante il periodo delle leggi razziali ha vissuto momenti difficili: come è riuscita a portare avanti il suo lavoro? Dove ha trovato la forza per continuare?

R: Per me la scienza era ed è una missione, la passione mi spingeva a sopportare e resistere. Purtroppo le leggi razziali mi avevano escluso dall’Università e dalla ricerca, ma non avevano spento il mio spirito: ho creato un laboratorio nella mia camera da letto usando strumenti rudimentali per continuare a studiare.

I: Il dolore l’ha sempre colpita, è stato un tormento, ma anche uno stimolo continuo, non ha mai avuto paura di non farcela?

R: Uno scienziato sa che per riuscire deve prima fallire; più si commettono errori e più si impara, la cosa importante è non smettere di provare.

I: Lei si è interessata al cervello perché?

R: È sempre stata una parte che veniva studiata da pochi, si diceva ci fosse stata donata da Dio, ma per me era ed è ciò che ci rende umani, la sede della conoscenza e senza conoscenza non c’è libertà. Io sono una donna e ho sempre voluto essere libera.

I: Il Professor Levi per lei è stato uno stimolo costante, per cosa sente di doverlo ringraziare?

R: Il Professore mi ha spinto a dare il meglio di me, a ricercare senza arrendermi perché solo attraverso la ricerca e la sperimentazione si scoprono le cure e si “fa” la medicina. Mi ha insegnato ad avere coraggio sfidandomi tutti i giorni.

I: La scienza le ha permesso di viaggiare e confrontarsi con realtà diverse, anche in questo senso le ha donato libertà?

R: La scienza per me è stata libertà, mi ha aiutata ad essere me stessa, a sentirmi utile e ad assecondare i miei desideri. Volevo andare oltre al ruolo di donna e madre che tutti avevano deciso per me e ci sono riuscita.

I: Cosa ha provato dopo la sua prima scoperta sulla crescita nervosa?

R: Mi sono sentita utile ma avevo fatto solo una scoperta, il viaggio non era finito. Era solo un mattone sulla strada della conoscenza.

I: Cosa ha significato per lei vincere il Premio Nobel?

R: Ricevere il Nobel nel 1986 è stato sicuramente appagante, ha rappresentato un riconoscimento non solo per il mio lavoro, ma anche per quello di tutti coloro che mi hanno aiutata ed ispirata. L’NGF è una scoperta, ma anche il simbolo di come possa migliorare la vita umana anche nelle condizioni più avverse.

I: Cosa direbbe alle donne che vorrebbero intraprendere la carriera scientifica?

R: Direi loro di non arrendersi, di non farsi intimidire da nulla e nessuno. È la nostra determinazione a fare la differenza.

I: Se potesse lasciare un messaggio per il futuro quale sarebbe?

R: Non smettete mai di credere nella ricerca e nella forza del pensiero umano. Non tradite i vostri ideali, vi aiuteranno a superare qualunque difficoltà. Non abbiate paura di fallire e di osare, il coraggio ha in sé forza e determinazione.

I: Grazie Professoressa Montalcini, lei è davvero fonte di ispirazione!

R: Grazie a lei e ricordi che i giovani salveranno il nostro futuro!

LORENZO BALLARIN

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