A scuola… di teatro!

Tra le molte attività promosse dal nostro Istituto troviamo anche il laboratorio teatrale. Il corso di teatro si è tenuto il mercoledì e il venerdì, presso la scuola Michelangelo ed è stato condotto dal professor Cadamuro che insegna italiano. 

Ho avuto la fortuna di prendere parte al corso di teatro nel primo periodo e, con  lo scopo di far conoscere meglio questa attività, ho posto delle domande a due persone che hanno ruoli diversi all’interno di questo progetto: il prof. Cadamuro, appunto, e Giovanni, un alunno di 3F che ha interpretato il particolare ruolo dello zio nello spettacolo delle classi terze “Il fantasma di Canterville”:

Professore, come ci si sente a condurre il corso di teatro a scuola?

Si tratta senz’altro di un’esperienza che mi carica di emozioni positive.

Qual è stata la prima volta che ha preparato dei ragazzi per uno spettacolo?

Ho cominciato a preparare i ragazzi nel 1995 per una recita di Natale.

Ritiene che il corso le permetta di conoscere meglio gli studenti?

Sì, mi diverto e mi sento stimolato dall’impegno e dai progressi di alcuni ragazzi e sono molto contento di avere questa possibilità.

Quali sono le aspettative riguardo gli spettacoli che metterà in atto?

Sono abbastanza fiducioso, i ragazzi ci mettono un grande impegno, ma sono anche consapevole che abbiamo un tempo limitato per prepararci e che dobbiamo dare il massimo.

Lei a chi consiglierebbe il corso di teatro?

Consiglierei il corso alle persone timide e introverse che hanno bisogno di buttare fuori cariche negative.

Ecco ora le domande che ho posto a Giovanni Gobbetti nel periodo conclusivo del corso:

Giovanni, come sta andando il tuo percorso di teatro?

Il mio percorso di teatro sta andando bene, mi sta piacendo ed è divertente, inoltre mi trovo bene con i miei compagni.

Hai avuto una parte difficile in qualche spettacolo, se sì quale? 

Sì, interpreto la parte di uno zio pazzo e mi diverte mettermi nei panni di questo personaggio.

Riesci a svolgere l’attività, tendendo conto dei compiti e dello studio?

Il corso richiede un certo impegno, come la partecipazione alle prove settimanali e imparare le battute, ma non è difficile, basta organizzarsi. 

Vorresti diventare un attore?

No, mi piace recitare solo per hobby.

Ti piacerebbe continuare il corso di teatro alle scuole superiori?

Sì, se la scuola che frequenterò organizza un corso di teatro mi piacerebbe molto partecipare.

Cosa ti ha lasciato questo corso?

Durante il corso ho stretto molte amicizie e conosciuto più in profondità gli altri compagni.

Il 16 febbraio 2023 si è svolto lo spettacolo di cui si parla sopra, ispirato al romanzo “Il fantasma di Canterville” di Oscar Wilde, riadattato dal prof. Cadamuro che ha deciso di ambientarlo ai nostri tempi. La storia racconta di una famiglia americana, gli Otis, che acquista una villa infestata dall’anima di Sir Simon, un fantasma che cerca di spaventarli. Intanto un gruppo di quattro ragazze cerca in tutti i modi di scappare dalla villa.

Prima di entrare in scena, dietro le quinte, tra noi attori, si percepiva una grande ansia e si respirava un’atmosfera di incertezza: nonostante le rassicurazioni del prof Cadamuro, tutti avevamo paura di dimenticare qualche battuta e di fare una figuraccia.  A me inizialmente mancava il fiato e avevo paura di rovinare lo spettacolo ma, dopo aver detto la mia prima battuta, sono andato avanti pensando solo a divertirmi e a impegnarmi nella recitazione. Ho notato che anche gli altri miei compagni, una volta entrati in scena, si sono tranquillizzati.

A tal proposito, riporto le sensazioni di tre compagni: Daisy Zorzetto, della 3°B che ha avuto il ruolo di Lucretia Otis, moglie del signor Otis; Emma Foglia, di 3°G che ha avuto la parte della vedova del fantasma Sir Simon; Alessandro Ballarin della 3°F, che ha interpretato di Sir Simon. 

Ragazzi, qual è stato il vostro metodo per superare la paura di salire sul palco, sempre che l’abbiate avuta?

Emma: Mi sono confrontata con i miei compagni e ci siamo dati sostegno morale, aiutandoci a vicenda a superare le nostre paure con l’intento di coronare il nostro sogno.

Daisy: Io non l’ho mai avuta, perché sono molto estroversa, mi immedesimavo nel mio personaggio come se fossi nella realtà. Non era tanto la paura, quanto un po’ di imbarazzo. 

Alessandro: Mi sono dovuto ambientare, però dopo aver superato il problema iniziale della vergogna sono stato felice. Un consiglio “Sii te stesso!”.

Avete avuto difficoltà a memorizzare le parti assegnate?

Emma: Assolutamente sì! Mi ha aiutata mio fratello facendomi ripetere le battute. Infatti lo ringrazio molto per questo prezioso aiuto.

Daisy: Ho avuto un po’ di difficoltà, ma la storia mi è piaciuta dall’inizio e sono stata motivata ad andare avanti a studiare le battute.

Alessandro: Difficoltà no, però in una battuta ho avuto un dubbio.

A cosa avete pensato prima e dopo essere entrati in scena?

Emma: Prima di entrare in scena ho pensato di dover fare del mio meglio per rendere lo spettacolo indimenticabile. Dopo invece mi sono sentita soddisfatta di me stessa e del lavoro svolto da noi ragazzi.

Daisy: Prima dello spettacolo sono scoppiata a piangere, un po’ per la tensione, un po’ perché arrivare fino a quel punto era un grande traguardo e perché avevo voglia di piangere. Dopo mi sono sentita più calma.

Alessandro: Prima non avevo ansia, però quando si è aperto il sipario sono rimasto incantato per via di tutta la gente che c’era e mi sono detto che dovevo dare il meglio di me. Dopo ho pensato che l’anno prossimo non avrei più potuto fare teatro alla scuola media.

Vi ha creato problemi essere osservati dal pubblico?

Emma: All’inizio pensavo di sì perché non avevo mai provato questa esperienza, ma dopo mi sono concentrata ed è andato tutto secondo i piani.

Daisy: No, sono una a cui non importa del giudizio degli altri.

Alessandro: Un attimo di blocco c’è stato, ma andando avanti, ho recitato bene e sono stato sereno.

Siete soddisfatti del lavoro che ne è venuto fuori?

Emma: Ovvio che sì! Questo spettacolo è stato un’esperienza straordinaria: sia i ragazzi, sia gli spettatori sono rimasti stupiti da questo lavoro meraviglioso che io personalmente non scorderò mai nella mia vita.

Daisy: Sì molto, una parte della mia gioia era data dal rapporto tra noi attori e i professori.

Alessandro: Sicuramente sì, ringrazio il Prof per averci preparato. Inoltre durante lo spettacolo vedevo che i miei compagni-attori erano perfettamente calati nella parte attribuita loro, come se fosse la realtà. Ad esempio Daisy in quel momento mi sembrava veramente il suo personaggio, cioè Lucretia.

Nell’attesa di assistere allo spettacolo delle classi seconde (che si terrà a fine maggio) io e i miei compagni d’avventura possiamo affermare che il corso di teatro rappresenta un’esperienza molto significativa per noi studenti: richiede un grande lavoro su se stessi, ci mette alla prova, a volte ci fa anche tremare le ginocchia, ma alla fine ne usciamo più sicuri, più fiduciosi e meno timorosi.

di Francesco Brescia, con la collaborazione di Annamaria Oberti

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