VANESSA NAKATE: LA NUOVA VOCE DELL’ AMBIENTALISMO

Si sente sempre più spesso parlare di cambiamento climatico, un tema che ci riguarda tutti in prima persona: ognuno di noi, grandi e piccoli, dovrebbe fare la sua parte e prendersi cura dell’ambiente in cui vive. Basterebbe infatti che tutte le persone del mondo adottassero dei comportamenti e delle abitudini sostenibili, rinunciassero a certe comodità superflue e rispettassero il Pianeta che ci ospita.

Negli ultimi anni si è dibattuto molto su questo argomento: le nuove scoperte scientifiche, la tecnologia, internet, la scuola hanno avuto il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica e, soprattutto, le nuove generazioni. Sono proprio i più giovani, quelli che riceveranno in eredità la Terra, a battersi maggiorente e concretamente nella lotta al cambiamento climatico.

Come si stanno adattando le città al cambiamento climatico

Una di queste giovani attiviste è Vanessa Nakate, ragazza ugandese di 28 anni. Il suo impegno pubblico è così importante che nel 2020 è stata inserita dalla BBC nella lista delle cento donne più influenti del mondo.

Prima di raccontarvi la sua storia facciamo chiarezza sul concetto di “cambiamento climatico”: il clima di un territorio varia nel corso di secoli e millenni per cause naturali complesse. Ad esempio la Groenlandia era chiamata “Terra Verde” perché in origine era ricoperta da foreste, oggi invece è occupata da ghiacciai.

Se allora il cambiamento climatico è un processo naturale, perché il mondo è preoccupato? La risposta è semplice: il clima oggi varia molto più velocemente rispetto al passato. La Terra infatti si sta surriscaldando, (questo fenomeno è chiamato riscaldamento globale) e l’uomo, con le attività che pratica come ad esempio l’industria, l’agricoltura e gli allevamenti intensivi, ma anche i trasporti e l’urbanizzazione, ne è il principale responsabile. Per svolgere queste sue attività, l’uomo brucia combustibili fossili, come petrolio e carbone che rilasciano grandi quantità di anidride carbonica e altri gas, chiamati “gas serra” nell’atmosfera; proprio questi gas causano il cosiddetto “effetto serra”. Visto questo fenomeno, i raggi del sole entrano nell’atmosfera e scaldano la Terra, ma i gas serra ne impediscono la fuoriuscita e trattengono il calore emesso dalla superficie terrestre che così si scalda sempre più con l’andare degli anni.

L’aumento delle temperature porta alla desertificazione di molte aree nel mondo, allo scioglimento dei ghiacciai, che contribuiscono all’innalzamento del livello del mare e che porta a sua volta all’erosione delle zone costiere e all’estinzione di molte specie animali e vegetali. Ma non solo, l’effetto serra conduce anche all’inquinamento dell’aria e poi lo smog ricade al suolo provocando gravi danni alla vegetazione e anche alla salute dell’uomo.

L’uomo oggi cerca di trovare un rimedio. I rappresentanti di molti Paesi del mondo si sono incontrati per risolvere la situazione. Nel 2015 i Paesi membri dell’ONU si sono accordati su 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030; l’insieme di questi obiettivi costituisce l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo 13 riguarda la lotta al cambiamento climatico e per combatterlo la prima cosa che bisogna fare è ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Non solo i capi dei governi hanno contribuito al tentativo di arresto di questo fenomeno, anche molte persone comuni si sono distinte nella lotta al cambiamento climatico. Queste persone sono gli attivisti per l’ambiente. Una delle attiviste di cui abbiamo sentito parlare di più è Greta Thunberg, una ragazza svedese che ha deciso di scioperare per richiamare l’attenzione dei capi dei governi e convincerli a intervenire anche concretamente per la salvaguardia del Pianeta. Il suo sciopero di protesta, inizialmente solitario, è stato chiamato Fridays for Future.

Ma oltre alla Thunberg, ci sono moltissimi altri giovani che lottano per il nostro Pianeta e fanno sentire la loro voce: Vanessa Nakate è una di questi.

Vanessa Nakate è nata nel 1996 a Kampala in Uganda dove è cresciuta e si è laureata in economia aziendale. Inizia il suo impegno per il clima nel 2019 preoccupata per le temperature elevate in aumento nel suo Paese. Da sola o con i fratelli sciopera ogni venerdì contemporaneamente al movimento Fridays for Future. Lei è stata la prima attivista di questo movimento in Uganda e in un’intervista ha affermato che continuerà con la sua protesta fino a quando il presidente ugandese dichiarerà l’emergenza climatica.

Vanessa Nakate pian piano inizia ad avere dei seguaci e fonda il “Youth for Future Africa” che successivamente diventa “Rise up Movement”. Uno degli obiettivi di questa associazione è quello di sensibilizzare le nuove generazioni sul cambiamento climatico e diffondere la conoscenza di questo problema fin dalle scuole primarie. Guida anche la campagna per la salvaguardia della foresta pluviale della Repubblica Democratica del Congo, uno dei polmoni verdi principali del continente africano, minacciato da estrazioni di minerali e dalla deforestazione. Questa campagna si diffonde poi anche in Europa. Nel 2019 partecipa alla COP25 in Spagna e interviene in un evento chiamato “Unite behind Science” in cui discute con scienziati e climatologi della crisi degli agricoltori del suo Paese. Nel 2020 Vanessa Nakate tiene un discorso nel quale esorta i leader del mondo a fare finalmente qualcosa di concreto per affrontare il cambiamento climatico che ritiene “questione di vita o di morte”. Tra il 2019 e il 2020 riesce ad avviare la “Green Schools Project” con la quale cerca di dotare le scuole ugandesi di pannelli solari e stufe ecologiche, grazie alle quali può essere attenuato il fenomeno della deforestazione e delle emissioni di gas serra.

Una delle frasi simbolo del contrasto al cambiamento climatico è stata pronunciata proprio da Vanessa Nakate: “Non ci si può adattare all’estinzione”. È una frase semplice, ma diretta, dura e potente. Sembra volerci richiamare all’attenzione, perché non basta parlare, non basta pensare, non basta teorizzare delle soluzioni, ma bisogna fare, agire, impegnarsi concretamente. Ognuno deve fare la sua parte.

scritto da Antonia Fuser

Leave a Reply

Your email address will not be published.